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domenica 21 gennaio 2018

L'INDICE DI MALACHIA: L'ENIGMA DI UNA BREVE PRIMAVERA. UN GIALLO NEL RINASCIMENTO FIORENTINO di PIERA BIONDI





Bene dirlo prima: chi scrive è la figlia dell’autrice, quindi c’è un conflitto d’interessi grosso come una casa, ma credo si sia visto di peggio nella storia...

L’enigma di una breve primavera è la storia di una giovane che, dopo una vita intensa e piena come poche per una donna del passato, si ritrova costretta a letto da una grave malattia. Il mondo che fino ad allora la reclamava è solo un lontano ricordo, tuttavia la protagonista, nel ripercorrere la propria infanzia e le passioni della giovinezza in un lungo soliloquio, recupera valori e affetti che sembravano bruciati al fuoco delle passioni e della ragion di Stato.


Simonetta non è una donna qualunque e nemmeno una qualunque donna ricca o nobile ma una persona realmente esistita, entrata nella Storia in diversi stupefacenti modi: la sua bellezza non comune fu ritratta da pittori, immortalata nei versi da poeti, forse strumentalizzata da uomini di potere per addomesticare la Storia a proprio favore.
Per “la sans par”, la senza pari, come la definì un personaggio famoso, o semplicemente la Simonetta, come veniva chiamata in città, vennero organizzate giostre e feste con grande sfarzo e la notizia della sua morte fu accolta con profondo cordoglio da parte del popolo, perché la sua bellezza sembrava suscitare ammirazione negli uomini ma non destava invidia, cosa più unica che rara, nelle donne.
Non sappiamo molto altro di questo personaggio, non abbiamo nemmeno una lapide che indichi la sua tomba.
Allora perché ancora a distanza di secoli la sua figura suscita interesse ed esercita uno strano fascino su chi se ne accosti? Solo per dei tratti eterei che ben si attagliavano alle teorie filosofiche del tempo?


Piera Biondi

L’autrice fornisce la propria spiegazione offrendo il ritratto di una donna che attraeva gli uomini con la straordinaria bellezza ma li seduceva grazie ad un’interiorità profonda e un’intelligenza acuta. Grandi uomini politici e di cultura furono in effetti affascinati e attirati nella sua rete di “bellezza e gentilezza umana”.
Inoltre nel romanzo l’adulterio e la necessità di piegarsi alla ragion di Stato non riescono a intorbidire la naturale innocenza di questa giovane donna, che trova nella malattia la forza di recuperare la genuinità degli affetti basilari.

Oltre alla figura di Simonetta, che indubbiamente giganteggia nelle pagine del romanzo, trovano spazio altre figure femminili umane e interessanti; come Caterina, la suocera, per tradizione nemica della nuora, ma in questo caso omonima e sostituta di una madre che rifiuta la figlia quando la sua cattiva condotta è di dominio pubblico, e malgrado la grave malattia che minaccia di portarla via da un momento all’altro.

Un altro piccolo cammeo è Bianca, la giovane apprendista sarta e originale creatrice di abiti, non certo bella, povera, magra, capelli e occhi nerissimi, penetranti come spade, forte come una roccia, taciturna ed elegante nei gesti, quasi una Coco Chanel ante litteram.




E... il giallo? Consiste nel fatto che solo alla fine si conoscerà l’identità della protagonista, dei suoi interlocutori e della sua epoca.
Gli uomini perlopiù non fanno una gran bella figura in questo romanzo, nemmeno quelli celebrati nelle pagine dei libri di storia, non certo per una forzatura di stampo femminista, quanto per la natura stessa delle vicende: la trama si dipana liberamente da una struttura di fatti e avvenimenti storici precisi, che vengono ripercorsi alla fine del volume con una postfazione della medesima autrice che risponde alle numerose domande che possono sorgere dopo che siamo stati condotti per mano verso la risoluzione di questo ”giallo” nelle ultime pagine del romanzo. Le immagini riprodotte in appendice, poi, chiariscono ogni dubbio del lettore sul fascino di questa donna, morta a ventitré anni e da allora mai più dimenticata.

Il volume, pubblicato dalla casa editrice Clichy nella collana Firenze Leonardo, dopo essere stato libro del mese presso Coop Firenze e una prima presentazione in giugno al momento della sua uscita, presso la biblioteca di Bibbiena, è stato riproposto il 12 dicembre 2017 in un luogo sicuramente frequentato dalla protagonista, il “palazzo di Via Larga”, ovvero Palazzo Medici Riccardi a Firenze, la cui facciata di Michelozzo è per così dire il manifesto del neoplatonismo in versione architettonica.


Un momento della presentazione del 12 dicembre 2017.

Sono intervenute Sandra Landi, scrittrice e responsabile scientifica dell'Associazione “Firenze al femminile”, impegnata nelle attività culturali e sociali che promuovono le eccellenze femminili, e Anna Scattigno, ricercatrice presso il Dipartimento di Studi storici e geografici dell’Università di Firenze.

Potete trovare il libro su richiesta in tutte le librerie e on line.


Per contattare l’autrice: posta@pierabiondi.it

Chi di voi ha già letto questo libro (si prega di non spoilerare il finale)?

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4 commenti:

  1. Cara Moz, complimenti davvero a tua mamma per questa bella lettura e grazie a te per avermela consigliata. Non spoilero nulla, tranquilla, ma vorrei dire che il libro scorre davvero con piacevolezza, è una lettura molto interessante e ad ogni pagina un piccolo indizio aiuta il lettore a capire meglio la personalità della protagonista. Molto interessante anche l’appendice finale che aiuta a contestualizzare la storia. Decisamente da consigliare😉

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  2. Dietro una tale figlia ho sempre immaginato ci fosse una madre altrettanto impregnata di sapere e questo tuo post me ne da' conferma!
    Complimenti alla signora Piera per aver affrontato questa bella analisi di Simonetta ma più in generale del ruolo della donna.
    Queste sì che sono soddisfazioni!!

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    1. Grazie! In effetti in Simonetta c’è tutto il genere femminile, con i suoi punti di forza e di debolezza. 😘💖

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