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venerdì 12 gennaio 2018

L'INDICE DI MALACHIA: ANDREA MARCOLONGO, LA LINGUA GENIALE. 9 RAGIONI PER AMARE IL GRECO.


Oggi vi propongo un libro che ho divorato e che qualcuno di voi era interessato a leggere.




"Il greco fa schifo", questo scrisse anni fa fra le pagine del suo Rocci, lo storico vocabolario, Andrea Marcolongo: un nome da maschio, un aspetto da fatina, un cervello non comune.  
Toscana, nata per caso a Crema, ha studiato a Milano e ora vive fra Livorno e Sarajevo. Ha fatto la gavetta delle lezioni di greco agli studenti dei Licei classici, e proprio per uno di loro aveva scritto quello che sarebbe diventato il primo capitolo del suo libro, mandato quasi per scherzo alla sua agente, dicendo "Non è da bestseller". 

Invece bestseller fu: Andrea ha smesso di scrivere per i politici (suo il famoso discorso di Renzi sulla "generazione Telemaco") e oggi insegna alla Scuola Holden di Baricco a Torino, dove in passato era entrata da studentessa con una borsa di studio.


Quasi...

Ma come si arriva dall'odiare il greco, come evidentemente faceva quella ragazzina di qualche anno fa, a scrivere un libro che esalta le doti di questa lingua morta?
Confessando innanzitutto incertezze, dubbi e sonori fiaschi di studentessa ("Il topo delle Sabine" resterà  negli annali) e facendosene carico, senza ergersi a giudice o atteggiarsi a fenomeno del momento. 
L'umiltà, il talento, l'intelligenza di questa scrittrice - perché non si tratta di un semplice saggio ma, potremmo dire, di un romanzo di formazione - sono alla base del successo del libro, che ha venduto, nell'ignorante Italia, quella dove non si legge, migliaia di copie. Tutti grecisti? Chissà...


Forse l'unico appunto che si può fare all’autrice è il fatto che, almeno secondo me, non è facilmente fruibile da chi non abbia frequentato almeno qualche mese di Liceo Classico, anche solo per la difficoltà di leggere parole in caratteri che vengono presentati nella loro pronuncia solo a pagina 29.




Andrea ci conduce proprio attraverso i propri dubbi (quel "ma come si  traduce?!" che tormentava anche noi studenti) fra duali, ottativi, accenti e spiriti, raccontandoci la sua storia e citando canzoni dei Massive Attack per far capire l'alfa privativo.
Il greco antico è una lingua geniale perché contempla sfumature che i nostri idiomi moderni, molto pratici  e “facili” non conoscono, e non a caso fu la madre dei maggiori filosofi della storia, perché saper parlare è saper ragionare, e viceversa (come sanno bene i toscani, per i quali i due verbi si equivalgono nel significato).



Questo è il libro che dovrebbero leggere e consultare tutti gli insegnanti, non solo di greco, per ricordarsi quanto difficile sia il percorso dei ragazzi che si avvicinano ad una materia estremamente formativa ma lontana  secoli luce da loro.
Per dirla con Virginia Woolf: "È al greco che torniamo quando siamo stanchi della vaghezza, della confusione; e della nostra epoca".
Consigliato a chi ha fatto studi classici, per capire finalmente come mai, anche se di greco si ricorda poco, è uno dei pochi che continua ad usare il punto e virgola. ;)

Ora tocca a voi: avete letto questo libro? Avete studiato il greco? Cosa ne pensate? Ma soprattutto, avete ancora il vostro Rocci?

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9 commenti:

  1. Carissima Moz, prima di tutto grazie per il consiglio perché è stata una splendida lettura. Non sono sicura che anche chi non ha frequentato il liceo classico possa apprezzare fino in fondo il libro e certe sfumature ma per chi lo ha fatto è fare un tuffo nel passato. La cosa più bella è che il libro mi ha permesso di apprezzare aspetti che da studentessa ho odiato con tutta me stessa. Sicuramente è un libro da consigliare a tutti i neo ginnasiali e liceali e a tutti quegli studenti passati che si sono dannati l’anima sulle versioni ma che, dopo averlo letto, riusciranno a capire quanto lo studio del greco continui ad influenzare ancora oggi la nostra visione del mondo.

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    1. Ah, orgogliosamente team Rocci🙋🏻‍♀️

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    2. Sono d’accordo con te, la Marcolongo andrebbe invitata in tutti i Licei Classici del reame, in videoconferenza, per confortare i poveri ragazzi.
      Lo studio del greco è lo studio delle proprie radici, e più si va a fondo, meglio è per conoscere noi stessi (qui torna Socrate...). 😘💙😘

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  2. In effetti... Io uso il punto e virgola! Significa qualcosa?
    Il "topo delle Sabine" merita un sonoro applauso 😂
    Scherzi a parte... Ho finito il liceo classico 18 anni fa, la grammatica l'ho scordata al 99%. Leggendo, ho riscoperto l'esistenza del duale e dell'ottativo con lo stupore di chi apre un sarcofago egizio. Eppure spesso mi ritrovo a comprendere termini scientifici, soprattutto medici, che non ho mai sentito, grazie all'etimologia greca (con grande stupore di mio marito che ogni volta si chiede perché non si studi il greco al liceo scientifico). Quindi qualcosa resta, eccome.
    Bella recensione Laura! Grazie per avermi fatto conoscere questo libro, sembra molto interessante e credo che lo leggerò!

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    1. Anche a me dei medici hanno chiesto se avevo studiato medicina, visto che capivo senza troppa difficoltà i loro discorsi astrusi. “No, ma ho studiato il greco.” È un percorso faticoso ma che ti restituisce un’indubbia consapevolezza delle tue radici culturali e questo non ha prezzo.
      Al liceo scientifico mal sopportano il latino, figuriamoci il greco! 😱
      Se lo leggi, fammi sapere la tua opinione. 😘💙😘

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    2. Ma da chi espone review di prodotti in latino ci si aspetta questo ed altro!!!!!

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    3. Ahahahahah! Sto elaborando quella in greco! 😉🤣🤣🤣😘

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  3. Cara Moz non conoscevo questa autrice.. ma ammetto che appartengo al team Scientifico!Ricordo la mia prima traduzione in latino.. figuriamoci in greco!!!

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