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sabato 1 ottobre 2016

MORRISSEY CARRIERA SOLISTA (PARTE I).






Carissimi, ci siamo lasciati con lo scioglimento degli Smiths e il "povero" Morrissey orfano dell'amato/odiato Johnny Marr. Vediamo come va a finire!


Ridotto a suo dire a uno zombie, il Morrissey fu letteralmente prelevato dai produttori e portato in sala di registrazione per incidere un nuovo album, Viva Hate (1988), uscito solo sei mesi dopo la rottura con Marr.
Tutti i riflettori erano puntati su di lui dopo il grande scalpore suscitato dallo scioglimento del gruppo, e i detrattori delle parole, contrapposte alla musica, gufavano alla grande!
 "L’opinione comune era che, una volta che Johnny Marr avesse staccato il cordone ombelicale, mi sarei svuotato come una sacca."
Il fatto è che l'album ebbe uno strepitoso successo, raggiungendo il primo posto delle classifiche inglesi, vuoi per la grande aspettativa che si era creata intorno, vuoi perché Morrissey aveva trovato buoni collaboratori, forse non all'altezza del genio di Marr, che però gli avevano dato nuove fondamenta su cui mettere i suoi testi e la sua voce.
Non bisogna dimenticare anche che Morrissey, in base agli accordi e alla struttura musicale fornitagli da Marr, componeva le linee vocali, cioè la melodia del canto, e ha continuato a farlo anche con gli altri musicisti con cui ha lavorato in seguito: è chiaro che anche questo fa la differenza, perché, come dice il Moz, "non sono molto bravo a essere banale" 
Cosa che non si può dire invece di Marr che, dopo aver fondato o collaborato con alcuni gruppi, è uscito solo da pochi anni come solista e cantante. Be', ho comprato il suo album "The Messenger" e devo dire che... grida "Morrissey, dove sei?!" a ogni nota, anche se si sente senza dubbio il tocco  del maestro.



Il nuovo corso solista di Morrissey risente sicuramente dell'assenza della giocosità delle musiche di Marr (un album che si intitola "Viva l'odio", del resto, non può che essere cupo) ma riesce sicuramente a fare centro con alcuni pezzi.

"Suedehead" è il primo singolo uscito, un grande successo dal ritmo trascinante e allegro, in contrasto con il resto dell'album. Nel testo si parla di un(') amante un po' troppo invadente. A proposito di maschili e femminili, la sessualità di Morrissey ha sempre attirato morbosamente l'attenzione del pubblico e dei media, anche perché il Nostro ce l'ha sempre messa tutta, fra testi e interviste, a soffiare sul fuoco: dalla sua pretesa castità ai tempi degli Smiths, alla recente dichiarazione di uman-sessualità: "Sfortunatamente non sono omosessuale. Tecnicamente sono umansessuale. Sono attratto dagli esseri umani. Ma, ovviamente, non da molti..."
 Il risultato, come sempre nel suo caso, è che non accontenta nessuno, né i gay, che lo accusano di vigliaccheria, né gli eterosessuali, che lo tacciano di ipocrisia. 


Il video è ambientato nella cittadina dell'indiana dove visse
e fu sepolto James Dean, un altro degli idoli di Morrissey.

"Everyday Is Like Sunday" è sicuramente la hit di maggior successo, che ancor oggi non può mancare nella scaletta dei concerti di Morrissey (che è mutevole e mai scontata e annovera davvero solo questo e "Meat Is Murder" come punti fissi). Si parla di un grigio e sonnacchioso posto di mare inglese sul quale si invoca, scusate se è poco, la catastrofe nucleare (mancava ancora un anno alla caduta del muro di Berlino e non era ancora del tutto scongiurata)! Chi non ha mai sentito almeno una di queste due canzoni è, beato lui, molto giovane ma ha pochissime probabilità di averne sentite altre di Morrissey. 



"Come, Armageddon, come!"

"Margaret On The Guillotine": il pezzo, in buona sintesi, dice che le brave persone hanno un sogno meraviglioso; il brano si chiude con il suono secco della lama di una ghigliottina; il ritornello? "Ma perché non muori?". Metteteci il titolo e il fatto che il Primo Ministro inglese all'epoca si chiamasse Margaret Thatcher, e il risultato sarà una bella perquisizione dell'appartamento di Morrissey da parte della Polizia. A chi gli chiederà i motivi di quel provvedimento risponderà: "Motivi ridicoli. Ma loro non hanno bisogno di motivi, hanno già un cappello buffo e un po' di manganello. Registrarono una conversazione di un'ora e perquisirono la casa alla ricerca di una ghigliottina. Curiosamente, in realtà, ne trovarono una. Credevano che fossi il nemico pubblico numero 72. E alla fine della cottura alla griglia mi chiesero di firmare autografi per le nipoti."


Pier Vittorio Tondelli. 
Lo scrittore Pier Vittorio Tondelli, prematuramente scomparso nel 1991, aveva un debole per Morrissey e il suo "immaginario ambiguo in cui piacere e dolore sono inestricabilmente avvinti, in cui la pena della sconfitta diviene il piacere della sensibilità".
In un racconto scrisse: "Viva Hate mi è entrato nel sangue soffusamente un sabato mattina in cui mi recavo a Versailles, e il cielo prometteva squarci d'azzurro e di sole dopo giorni di freddo e di pioggia e di vento gelido del Nord...". 
Ecco cosa scrive a proposito di quest'album: "A Parigi Viva Hate di Morrissey, ossessivamente presente nei miei spostamenti in aereo, sui treni della banlieue, ... i dodici pezzi di questo album intenso e soft, assorto con quel tanto di sguincio e di kitsch così ben mischiati nella voce di Morrissey, certe sue pronunce da queen mother, certe sue svirgolettature, certi suoi strascichi di oh oh o di no no come di uno chansonnier di balera, certe sue incrinature da Edith Piaf, incipit e ouverture struggenti, teneri, sempre con quella particolare, patologica malinconia adolescenziale e perversa che da anni mi affascina, con quello spirito protestatario e irriverente degno di un dandy sublime…”. 
Non riuscirei nemmeno in tre vite a descrivere così bene la "morrisseità".

Continuando con l'allegra discografia creativa, nel 1990 esce Bona Drag, una raccolta di singoli usciti nel frattempo. 
Una delle canzoni dalla melodia più struggente di tutta la produzione morrisseiana è "Will Never Marry", "Non mi sposerò mai", da utilizzare con le vecchie zie che frantumano le gonadi col matrimonio . 
"Sto scrivendo questa cosa per dire, in un modo gentile: grazie, ma no! Vivrò la mia vita come senza dubbio morirò: SOLO."
Questo tipo di testi (si pensi a "Last Night I Dreamt", "Please, Please, Please..." o "Asleep") generano un fenomeno ben preciso, chiamato la "Sindrome del Povero Morrissey", che a sua volta provoca il movimento dei "Moz huggers", ovvero i fans delle prime file, per lo più maschi, per lo più eterosessuali, che, durante i bis dei concerti, si lanciano a mo' di scoiattoli volanti sul cantante, baciandolo, abbracciandolo e rendendogli omaggio nei vari modi che vedrete nel video; il Moz subisce con un certo compiacimento questo affettuoso assalto (anche a costo di qualche piccolo infortunio) e si arrabbia moltissimo se i componenti della sicurezza sono troppo rudi con i suoi adepti. Addirittura a volte aiuta i ragazzi nella "scalata". 



Moz huggers

In linea con una certa ambigua fascinazione che il Nostro ha sempre dimostrato per i delinquentelli (skinheads, ladri gentiluomini, hooligans...), "The Last of the Famous International Playboys" è un ironico omaggio ai gemelli Ronnie e Reggie Kray, due gangster londinesi che, negli anni Sessanta, nonostante i loro crimini, ottennero un certo rispetto pubblico attraverso affari legali ed opere caritatevoli. Incarcerati nel 1968, nel 1995 furono di nuovo portati alla ribalta, sempre da Morrissey, che inviò una corona di fiori al funerale di Ronnie Kray. Guardate il video solo per vedere la danza anni Ottanta del ragazzetto!




Avete presenti quelle tavolette di legno con l'alfabeto, i numeri, un sì e un no, usate per fare le sedute spiritiche? "Ouija Board, Ouija Board" è proprio il bizzarro resoconto di una seduta spiritica durante la quale Morrissey cerca di contattare una sua amica morta ("Lei se n'è andata da questo infelice pianeta, con tutti i suoi carnivori e distruttori") ma che ancora una volta lo vede... bastonato anche dalla buonanima.
E, tanto per non farsi mancare niente, all'epoca la stampa lo accusò di apologia dell'occulto e di dilettarsi con il culto del diavolo. Morrissey ha risposto a questi attacchi così: "L'unico contatto mai avuto con i morti è stato quando ho parlato con un giornalista del The Sun."



"Yes, I Am Blind" è la dimostrazione scientifico-matematica che per Morrissey il bicchiere non è mezzo vuoto, lo è completamente, anzi, si è rotto e lui ci si è anche fatto male! 

"Sì, sono cieco, no, non vedo le cose belle, solo quelle brutte. Ci deve essere qualcosa di orribilmente sbagliato in me." 

Il testo, come sempre, è piuttosto deprimente (non ci si conquista il soprannome di "Pope of Mope", papa della depressione, per nulla!) e, dopo un invito a scappare ad un agnellino che dei buoni cristiani vogliono uccidere, continua con un appello a Dio a scendere giù, se c'è veramente. Questo inno ufficiale del pessimismo è una bellissima ballata composta dall'ex compagno di band Andy Rourke.




Dovete sapere che dopo Viva Hate avevo un po' perso di vista Morrissey (sacrilegio!). I miei anni '90 sono stati una specie di tunnel a base di un altro Moz, Mozart, altra mia passione, e Battiato. Praticamente non ascoltavo altro, nemmeno la radio, ho praticamente un buco nero su tutta la musica leggera di quel periodo. Solo di recente, folgorata sulla via di Firenze (capirete nella prossima puntata..), ho cominciato a colmarlo, comprando gli album di Morrissey di questi anni, quindi non troverete una trattazione completa della sua discografia ma solo i dischi che ho ascoltato finora e le canzoni che mi sembrano più belle e importanti.

"I've Changed My Plea To Guilty": in questo video si può vedere la mutazione di Morrissey da paladino della musica inglese proletaria e indipendente a ... Crooner, ovvero quello che da noi veniva chiamato "cantante confidenziale" (alla Fred Bongusto, per intenderci, ma un po' meglio), specie che conta fra le proprie file nientepopodimeno che Elvis e Frank Sinatra. Il ciuffo c'era già ma bisogna dire che Morrissey in questi anni ha affilato ulteriormente le proprie armi vocali e questa esibizione televisiva dal vivo fa proprio venire i brividi. Una cosa che molti suoi fans dicono spesso è che il motivo per cui lo adorano (se non si è ancora capito, Morrissey o lo adori o lo detesti) è perché sembra che stia cantando solo per te: credo che in questo pezzo l'impressione sia forte. Il cantante si descrive in un immaginario tribunale della Vita in cui decide di cambiare la sua dichiarazione di innocenza in colpevolezza, "perché la libertà è sprecata con me". 


Il ciuffo qui ha ormai vita propria.

Your Arsenal (1992) è un album fin dal titolo influenzato dal calcio, che Morrissey non segue molto, ma di cui subisce il fascino, soprattutto per quanto riguarda gli Hooligans (con gli Smiths aveva già scritto l'ironica "Sweet and tender Hooligan") e i cori da stadio, che compaiono anche in una delle canzoni. Anche stavolta il nostro eroe non manca di attirarsi un vespaio di polemiche per il testo di "The National Front Disco", in cui forse l'ironia del testo non viene compresa; probabilmente lui un po' ci gioca e, in più, durante un concerto, canta avvolto nella bandiera inglese: le accuse di razzismo e di simpatie nazionaliste fioccano come neve da tutte le parti. L'atteggiamento orgoglioso e le risposte ambigue del cantante non giocano a suo favore e la rivista inglese NME cavalca l'onda, esasperando molto i toni e portando avanti la polemica per anni (solo qualche tempo fa il giornale ha ammesso di aver esagerato e si è scusato con Morrissey). 

C'è un aforisma dell'autore più amato dal cantante, Oscar Wilde, che dice: "Chiunque può partecipare al dolore di un amico, ma ci vuole un animo nobile per essere contenti per il suo successo". Questa più o meno è la sostanza di "We Hate It When Our Friends Become Successful", dedicata ai finti amici. 
"Detestiamo quando i nostri amici hanno successo e se sono del Nord è persino peggio e se potessimo distruggerli, puoi scommetterci, lo faremmo". 
Come saprete il Nord, in Inghilterra, è la zona più povera dalla quale proviene anche Morrissey.


Un tempo un film della diva del muto Greta Garbo venne pubblicizzato con queste parole: "La Garbo RIDE!". Lo stesso si potrebbe fare con questo video di Morrissey, che al minuto 1:54 ci concede un ghigno di gioia! 

"Seasick, Yet Still Docked", "Ancorato al molo ma già col mal di mare" è un modo di dire che significa più o meno (credo) "fallito prima di cominciare". Una canzone sempre in bilico fra orgoglio e autocommiserazione (nuova versione del romanzo della Austen). 
"Come vorrei avere il fascino per attirare la persona che amo. Ma vedi, non ho fascino....Il mio amore è appuntito come un ago nei tuoi occhi. Devi essere proprio idiota per non far caso a me." La melodia è di una malinconia struggente e il video rende giustizia alla canzone.


Direttamente dai miei preferiti

"I Know It's Gonna Happen Someday": la canzone è in stile anni Cinquanta e, ovviamente, il testo parla della solitudine del cantante, che ironicamente rassicura il suo fantomatico amore "ovunque sia, qualunque cosa sia" di non smettere di credere che un giorno si incontreranno.
Questo pezzo è stato cantato anche da un mostro sacro della musica pop recentemente scomparso, David Bowie, unito a Morrissey dallo stesso produttore e da una breve amicizia, che tuttavia si ruppe durante un tour in cui il Moz doveva aprire i concerti del Duca: si sa che due primedonne non possono convivere pacificamente a lungo... 
Entrambi la cantano meravigliosamente, lascio a voi la scelta con questo video confronto: il video in cui canta Morrissey è stato realizzato da un'associazione per la protezione degli animali.

La versione di Bowie con il suo arrangiamento gospel.


In un altro brano che amo molto, "Tomorrow", la sofferenza, persino fisica, dovuta alla solitudine, è così forte che si scende a compromessi: "Tutto quello che ti chiedo è una cosa che non farai mai: buttami le braccia al collo, non lo dirò a nessuno. Dimmi, dimmi che mi vuoi bene, tanto lo so che non dici sul serio."
Il video, in bianco e nero, è girato nel centro storico di Nizza.


Vauxall and I (1994) è l'album scaturito da un periodo molto triste per Morrissey, in cui erano morti, a distanza di pochi mesi, il manager, il produttore e il regista di molti suoi video. Moz reagisce realizzando quello che a detta di molti è l'album migliore della sua carriera solista. A proposito di questa rinascita personale espressa in "Now My Heart Is Full", una canzone in cui prende congedo dagli eroi della sua giovinezza, dice: "Mi sono reso conto che il passato si è concluso davvero, e per me è un grande sollievo". 
Effettivamente, senza nulla voler togliere ai testi scritti ai tempi degli Smiths, pervasi da una carica poetica indubbia, raramente questi erano slegati da libri o film che avevano colpito il loro autore nell'infanzia o nella giovinezza (la poetessa Shelag Delaney prima fra tutti), mentre quelli dell'era solista mostrano una vena più autonoma e legata al vissuto quotidiano dell'autore.
Uno dei pezzi più belli dell'album è "Spring-Heeled Jim", che evoca atmosfere inquietanti miste a melodie infantili scandite da una base ritmica irresistibile.  

"La la la la la la!" 🎼

"The More You Ignore Me, the Closer I Get", ovvero "Lo stalker": qui Morrissey tocca una delle sue vette di aggressività nei confronti degli ex compagni di band, Andy Rourke e, soprattutto, Mike Joyce, che avevano intentato una causa a lui e a Marr per le royalties degli Smiths. La battaglia si protrae fino al '97, quando Joyce, il solo a portare avanti la causa fino all'ultimo, riesce a ottenere una cifra esorbitante di risarcimento. Infatti all'epoca la band non aveva firmato un vero e proprio contratto, ma c'era un semplice accordo verbale per cui i guadagni erano ripartiti 40-40 (Morrissey-Marr) 10-10 (Joyce-Rourke). Se mai avrete modo di parlare con Morrissey, non abbiate la sconsiderata idea di sfiorare la questione, un fiume in piena potrebbe travolgervi!
"Mi insinuerò fra i tuoi pensieri come un brutto debito che non puoi pagare... Fammi entrare! È guerra!" Cosa diceva quello degli Oasis a proposito del primato di Morrissey nell'esprimere forti sentimenti? 


In linea con il tono (quasi) pacificato dell'album, con "Speedway" Morrissey affronta le accuse di razzismo, riconoscendo anche le proprie responsabilità, ma stigmatizzando l'atteggiamento da carnefice della stampa, con la quale comunque continuerà ad essere sincero. 
"Tutte le voci che mi tenevano a fondo non ho mai detto che fossero completamente infondate... E quando tu provi a distruggermi moralmente, non funzionerà, perché non c'è rimasto più niente da distruggere... Non sorriderai finché la mia bocca bisognosa d'amore non sarà davvero chiusa per sempre, finché la mia tomba non mi avrà ... Nel mio strano modo di fare sono sempre stato sincero con te, nel mio modo malato ti sarò sempre fedele". 
Proprio dal testo di questa canzone è tratto il nome del sito ufficiale di Morrissey, "True to You" (anche se, come sempre, è molto più interessante il non ufficiale e odiatissimo dal suo ispiratore "Morrissey Solo").
Il titolo fa riferimento probabilmente ad un'attrazione del Luna Park di Manchester, dove il giovane Morrissey fu colpito senza motivo apparente con una testata da un tipo spuntato dal nulla, episodio diventato per lui il paradigma della violenza insensata che a volte si manifesta nel genere umano.
Questo è uno dei rari casi in cui una motosega (metafora della tortura operata dai mass media su di lui) si accorda perfettamente con la tonalità del pezzo. O viceversa. 

Anche qui Mozhuggers come se piovesse.

Maladjusted (1997) è l'eloquente titolo di un album un po' bistrattato ma che contiene degli ottimi pezzi, a partire da quello omonimo, una ballata rock rabbiosa al punto giusto, che parla di un soffocante venerdì sera finito nel letto di una disadattata working girl. Da ascoltare in caso di arrabbiatura violenta.



Di segno opposto "Alma Matters", titolo che gioca con l'espressione latina Alma Mater (madre nutrice), un inno alla dolcezza e alla gentilezza che è in ognuno di noi, che conta, eccome se conta! (Almeno quando non è lui a brutalizzare qualcun altro. 😆) 
"Così la scelta che ho fatto ti può sembrare strana Ma chi te l'ha chiesto, comunque? È la mia vita, da distruggere a modo mio"
Dice il Moz: "Dovremmo essere contenti ed orgogliosi del lato femminile del nostro carattere, della nostra natura. Oppure, se si è donne, che si dovrebbe essere orgogliosi del lato maschile del nostro carattere e dargli la stessa importanza dell'altro nostro lato. Così, tutto va bene e non importa il modo in cui agisci."


Nel video ciuffo ridotto ai minimi termini e anche un bel gatto. 😻

Una canzone che Morrissey ama cantare dal vivo è "Trouble loves me", una ballata anni '50 che ancora una volta punta l'attenzione sulla sfiga cosmica che perseguita il cantante sul coté affettivo.
"I guai mi amano, hanno bisogno di me, due cose che tu non tenti nemmeno di fare".
Il testo continua dicendo che succede sempre quando le cose sembrano andare per il meglio, ma nonostante tutto lui continua a buttarsi fra le braccia sbagliate, alla sua età... 


Dopo il parziale insuccesso dell'ultimo album, comincia per Morrissey un esilio artistico durato sette anni, durante i quali non riesce a trovare un'etichetta che gli proponga un contratto (e questo diventerà un problema costante anche per gli anni a venire) e si trasferisce a Los Angeles, dove tutto sommato non se la passa poi così male, visto che abiterà nella villa che fu di Clark Gable (povero Morrissey!).

Tutte le foto sono prese dal web.

Vedremo nella prossima puntata come se l'è cavata il nostro eroe con qualche macchia e molta paura nel nuovo millennio e come l'ho riscoperto dopo anni di oblio.

P.S. Mi scuso per eventuali e probabili errori nella traduzione dei testi: purtroppo per le canzoni della carriera solista di Morrissey esistono pochi siti con traduzioni decenti in italiano e ho dovuto arrangiarmi da sola e con parecchia fantasia Ho da dire in mia discolpa che a scuola ho studiato francese... Se qualcuno nota errori e ha correzioni da proporre, mi fa un grosso piacere.

P.P.S. Per questa serie di post sono (ancora) fortemente debitrice agli autori di questi due libri.. 

Foto mia.

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11 commenti:

  1. Credo che ti si possa nominare la massima esperta del Morrissey e degli Smiths dello stivale....
    Grande lavoro...dovresti farti accreditare presso il fan club ufficiale!

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    1. Troppo gentile! Farei però un grosso torto a Ballani, l'autore del libro italiano, se accettassi questo complimento senza protestare! Comunque potrei stipendiarti per dirmi queste cose ad intervalli regolari... Grazie! 😘

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    2. 😂😂😂
      Vengo via con ppco.....

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    3. Meglio così, non sono miliardaria! 😄

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  2. Una parola sola: IMPRESSIONANTE
    Davvero, a leggerti si rimane impressionati non solo per la passione che traspare ad ogni riga ma anche per il lavoro di ricerca che c'è dietro e l'ottima trasposizione per noi "ignoranti".
    Mi fa sempre stringere il cuore il video della PETA con quella canzone in sottofondo😢

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    1. Nooo, divento rossa! 😊 Il lavoro di ricerca praticamente non c'è, ho solo assecondato la mia passione, ascoltando musica e leggendo libri, cose che non riesco a smettere di fare (fortunatamente non solo musica e libri su Morrissey!). Non sono vegetariana ma il video del pulcino strazia il cuore anche a me. Grazie! 😘

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    2. Beh, ti pare poco?! Anche assecondando la propria passione, guarda che sei riuscita a tirar fuori. Concordo con Angela Azzurra sull'accreditamento presso il fan club ufficiale ��

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    3. E sia! Sto già compilando il modulo! 😄

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  3. Carissima Laura,
    quanto più ci parli di Morrissey più ne sono affascinata.... In particolare con questo aggiornamento del post sono rimasta colpita da alcuni aspetti che mi hanno illuminata sul personaggio. Non sono solita formulare diagnosi se non sono stata espressamente invitata a farlo, tantomeno con i personaggi famosi. Però Morrissey dice talmente tanto di sè nelle sue canzoni e nel raccontarsi, che un'ipotesi mi si è presentata da sola nella testa. Gli fa senz'altro onore il non voler nascondere il costante senso di infelicità e insoddisfazione, di solito le persone famose tentano di dissimulare in pubblico... ma a lui non importa, anzi fa della sua particolarità un valore aggiunto. Sembra non curarsi delle critiche, in realtà le ama (perchè confermano il suo essere unico e irripetibile) e le odia perchè sono il segno che non tutti lo venerano. Non fa segreto nemmeno della sua presunzione, tale da affermare di "Perdonare Gesù": titolo senz'altro provocatorio, ma che comunque ci dice qualcosa di lui. Ho molti buoni motivi per pensare che il caro Morrissey potrebbe avere un disturbo narcisistico di personalità...
    Ulteriore indizio è l'episodio del poliziotto (poraccio... Fatto il suo dovere e se n'è pure sentite dire)... la pretesa di avere diritto ad un trattamento speciale (anche quando infrangi la legge e metti in pericolo altre persone), pretesa spinta così tanto da voler "svergognare" il poliziotto... che, a dirla tutta, non ha per nulla la faccia di colui che fa abuso di potere... Anzi, con un panino e una birra in mano direi che è il ritratto del pacifismo...
    Comunque sia, le persone con questo disturbo non se la passano tanto bene (e Morrissey è noto per non sprizzare certo gioia da tutti i pori)... passano da stronzi egoisti, ma in realtà soffrono molto anche loro... Ma soprattutto fanno passare le pene dell'inferno a chi sta attorno, da cui vedi solitudine...
    Per chi fosse interessato a capire di più di cosa parlo, ecco un articolo molto chiaro (da fonte autorevole):
    http://www.terzocentro.it/disturbi-personalita/disturbo-narcisistico-di-personalita/

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