Cerca nel blog

martedì 19 settembre 2017

L'INDICE DI MALACHIA: NEL SEGNO DELLA PECORA DI MURAKAMI HARUKI

"Erano gli anni dei Doors, dei Rolling Stones, dei Byrds, dei Deep Purple, dei Moody Blues. C'era qualcosa di esaltante nell'aria, si aveva l'impressione che bastasse una spallata per far crollare tante cose. Bevevamo cattivo whisky, facevamo goffamente sesso, ci perdevamo in discussioni sconclusionate, ci scambiavamo libri... così passavamo le nostre giornate. E intanto su quei maldestri anni Sessanta calava scricchiolando il sipario."

Qualcuno mi spiega il disegno di questa copertina?

Sono una grande fan di Haruki Murakami, o Murakami Haruki che dir si voglia (i giapponesi mettono prima il cognome e poi il nome, non solo nei documenti ufficiali). Ho letto quello che è considerato, se non il suo capolavoro, sicuramente il suo lavoro più ambizioso, "1Q84", quando era ancora in corso di pubblicazione e mi sono trovata ad attendere l'ultima parte come una casalinga di Voghera che aspetti di sapere chi sposerà stavolta Ridge. Ho quasi pianto quando non gli hanno dato il Nobel per la letteratura. Quindi non aspettatevi stroncature da me. Rivolgetevi altrove.

"Nel segno della pecora" è un romanzo di circa 300 pagine del 1982, pubblicato in Italia solo dieci anni dopo; il terzo di questo autore fortemente influenzato dalla cultura occidentale, in particolare dalla musica -tanto da aprire un jazz bar a Tokyo negli anni Settanta- e dalla letteratura, diventando il traduttore di Raymond Chandler.


Come dice la traduttrice Antonietta Pastore nella recensione al libro: "... introduce molti dei temi cari all'autore: la solitudine dell'uomo, l'arroganza e lo strapotere della politica, la nostalgia per l'atmosfera esaltante degli anni Sessanta, la passione per il rock e il jazz, l'irrompere del surreale nella prosaicità della vita quotidiana."
Aggiungerei anche il mito dell'amicizia: in tutti i suoi romanzi Murakami rievoca con nostalgia i gruppi di amici dei tempi del liceo o dell'università. In questo caso il libro comincia con il funerale di una di questi e continua con la ricerca di una pecora grazie a indizi disseminati da un altro amico, il non meglio identificato Sorcio (che compare anche nei due romanzi precedenti).
Il protagonista, che non ha nome, si autodefinisce insignificante ma in realtà, come gli altri protagonisti dei romanzi di Murakami, e come ogni artista degno di questo nome, non esita a mettere in discussione l'intera sua vita per correre dietro ad una chimera.



Un giorno infatti un fantomatico Maestro, un'eminenza grigia della politica giapponese ormai agonizzante, gli impone tramite il suo inquietante segretario la bizzarra ricerca di un ovino, caratterizzato da una stella sulla groppa, ritratto in una foto che lui, pubblicitario fallito, ha inconsapevolmente pubblicato in una newsletter. Come sempre ad un certo punto l'elemento soprannaturale complica, o risolve, la situazione e culla il lettore come un bambino che ascolti la novella della sera, magari di quelle con il brivido finale. Quindi abbiamo anche delle stupende orecchie dagli speciali poteri e un Uomo Pecora veramente simpatico.



Nel mezzo, la nostalgia per il tratto di costa quasi completamente eliminato a Tokyo da terrapieni e grattacieli, e un autista cristiano che ha il numero di telefono di Dio. Come avrete capito, Murakami non fa solo sognare e pensare ma anche ridere e sorridere. Il tutto con una precisione scientifica, di dati e dettagli tecnici riguardo a tutti gli argomenti trattati, davvero strabiliante.

Spero di avervi incuriosito riguardo a questo libro e al suo autore, fatemi sapere se lo conoscete e eventualmente cosa avete letto.

Lasciando un commento mi aiuterete a migliorare la qualità dei post! 😊

Diventa follower del blog con il tasto Segui che trovi in alto (versione web).



7 commenti:

  1. Qualcuno può spiegare la copertina?
    Scherzi a parte.....ho in stand by After dark di questo autore. ...e credo proprio che dopo questa tua recensione lo metterò sopra alla pila del stand by....tempo fa...forse in un'altra vita lessi Mishima, altro grande scrittore giapponese.....presumo più tosto, drammatico...a tratti tragico...ti saprò dire. Grazie per questo ennesimo spunto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Nessuno riuscirà mai a svelare il mistero... della copertina! 🤣
      Ho letto "After dark" ma non mi è rimasto particolarmente impresso, invece ho amato molto, oltre a 1Q84, "Kafka sulla spiaggia" e "Norwegian wood". Mishima invece, mea culpa, mi manca. Grazie a te del commento! 😇😉😘💙

      Elimina
    2. mi colpiscono sempre i tuoi "a tratti"!

      Elimina
  2. Grazie Moz per questo post!
    Mi piace questo angolo "recensioni"!Non conoscevo l'autore né il libro . .mi sembra di non aver letto mai un autore giapponese!La copertina . . mmm. . . che sia una pecora bianca forse molto probabile!
    Suggerimento per la prossima recensione: il libro della GranMoz?
    😘

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Eeeh, sarei un po' di parte... ☺️ Ci penserò, grazie del suggerimento! 😘💙

      Elimina
  3. Murakami...non conosco l'autore ma ho seguito con trepidazione insieme a Nakako l'annuncio del Nobel per vivere l'ennesima delusione. Mia sorella ha fatto letteralmente incetta dei suoi libri dopo aver scoperto di amare il Giappone e le piacciono molto (il che è tutto dire perché non è mai stata una grande lettrice). Per una neofita di quest'autore, da quale libro consiglieresti di iniziare?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Secondo me cominciare con questo libro, che è uno dei suoi primi successi, è un ottimo modo per affrontare Murakami in ordine cronologico. Oppure con il libro dal quale ho cominciato io, "Kafka sulla spiaggia" ma mi è piaciuto molto anche "Norwegian wood". Grazie Francesca! 😘💙

      Elimina